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Lucio Papirio Cursore

Lucio Papirio Cursore, Lucius Papirius Cursor, è stato un politico di Roma repubblicana, appartenente all’antica e patrizia gens Papiria.

Nel 340 a.C. fu magister equitum del dittatore Lucio Papirio Crasso e, secondo alcuni analisti, ricoprì per la prima volta la carica di console nel 333 a.C.

Certamente, fu console nel 326 a.C., insieme a Gaio Petelio Libone Visolo, anno in cui ebbe inizio la seconda guerra sannitica, nell’ambito della quale si distinse per le eccezionali capacità belliche conquistando la reputazione di migliore generale romano dell’epoca.

Secondo Tito Livio il soprannome di Cursore gli derivò dalla straordinaria velocità della sua corsa.

 

«Et fuit uir haud dubie dignus omni bellica laude, non animi solum uigore sed etiam corporis uiribus excellens. Praecipua pedum pernicitas inerat, quae cognomen etiam dedit; uictoremque cursu omnium aetatis suae fuisse ferunt [et] seu uirium ui seu exercitatione multa, cibi uinique eundem capacissimum; nec cum ullo asperiorem, quia ipse inuicti ad laborem corporis esset, fuisse militiam pediti pariter equitique»

«[Papirio] fu uomo degno di ogni elogio sul piano militare, eccezionale non solo per la tempra interiore, ma anche per la prestanza fisica. Era straordinariamente veloce di gambe, qualità che gli valse il soprannome [di Cursore], e si dice che ai suoi tempi nessuno riuscisse a superarlo nella corsa, sia per la grande forza fisica, sia per il notevole allenamento, inoltre era un mangiatore e un bevitore formidabile. Durante il suo mandato, tanto per i fanti quanto per i cavalieri il servizio militare era duro come non lo era mai stato agli ordini di nessun altro, visto che egli stesso aveva un fisico contro il quale nulla poteva la fatica»

(Livio, ab Urbe Condita, IX, 16.)

 

Durante il suo primo consolato fu emanata la Lex Poetelia-Papiria, che aboliva la schiavitù per debiti dei cittadini romani.

L’anno successivo assunse la carica di dittatore e diresse le attività belliche contro i Sanniti, ottenendo un’importante vittoria campale che costrinse gli avversari a chiedere la pace. Il dittatore, tornato a Roma, ottenne il suo primo trionfo.

Fu eletto nuovamente console nel 320 a.C., con Quinto Publilio Filone, e riprese le ostilità contro i Sanniti, dopo l’ignominiosa disfatta delle Forche Caudine. Rigettò le condizioni di pace imposte a Roma e consegnò ai Sanniti i due consoli che le avevano accettate. Strinse d’assedio la città di Lucera, dove i Sanniti tenevano ancora in ostaggio 600 cavalieri romani. Alla fine, i Sanniti si arresero ai Romani, i quali, oltre al bottino, pretesero che 7.000 guerrieri sconfitti, compreso il loro comandante Gaio Ponzio, passassero sotto il giogo delle armi romane, per riscattare l’infamia delle Forche Caudine. Rientrato a Roma, Lucio Papirio ottenne nuovamente il trionfo.

 

«Quanto ai soldati, li avrebbe fatti passare sotto il giogo con un solo indumento addosso, più per vendicare l’umiliazione subita che per infliggerne una nuova. Non venne respinta alcuna delle condizioni. A passare sotto il giogo furono in 7.000 soldati, mentre a Luceria venne rastrellato un ingente bottino. Tutte le insegne e le armi perdute a Caudio vennero riprese e – gioia questa superiore a ogni altra – furono recuperati i cavalieri consegnati dai Sanniti affinché venissero custoditi a Luceria come pegno di pace. Con quell’improvviso ribaltamento di fatti, nessuna vittoria del popolo romano fu più splendida, e ancor di più se poi è vero quanto ho trovato presso alcuni annalisti, e cioè che Ponzio figlio di Erennio, comandante in capo dei Sanniti, venne fatto passare sotto il giogo insieme agli altri, affinché espiasse l’umiliazione inflitta ai consoli»

(Livio, ab Urbe Condita, IX, 15.)

 

Fu ancora console nel 319 a.C., unitamente a Quinto Aulio Cerretano, e guidò i romani alla riconquista delle città di Satricum, passata dalla parte dei Sanniti.

Fu eletto nuovamente console nel 315 a.C., insieme a Quinto Publilio Filone, e infine, per la quinta volta, nel 313 a.C., con Gaio Giunio Bubulco Bruto.

Nel 309 a.C. Roma si affidò ancora una volta a Papirio Cursore, nominandolo dittatore per capovolgere le sorti della guerra sannitica, che non volgeva per il meglio. Lucio Papirio prese il comando dell’esercito romano ed ottenne ancora una volta la vittoria. L’ultimo suo successo militare fu, lo stesso anno, la battaglia contro gli Etruschi presso il lago Vadimone, vicino Horte.

Ebbe un figlio, anch’egli chiamato Lucio Papirio Cursore, che fu console per due volte e sconfisse i Sanniti nella decisiva battaglia di Aquilonia.